Il concerto del futuro? Potremmo viverlo dal divano, tra palco e realtà virtuale

Ciao,

in un mio precedente articolo dedicato alla promozione degli artisti emergenti e indipendenti ti ricordavo di “non seguire le mode, ma di anticiparle“, tenendo sempre drizzate le tue antenne per cercare di captare le tendenze del futuro.

Un’idea può essere quella di offrire concerti virtuali, e anche NFT sulle tue produzioni.

OK, qualcuno l’ha già fatto prima di te, ma non così tanti….

Se non hai la minima idea di cosa stia parlando, ti suggerisco di leggere prima questo articolo che spiega bene cosa sono gli NFT (Non-Fungible Token).

Poi, leggi questo interessante articolo sui COMA COSE e sul loro concerto tridimensionale, che fonde l’esperienza fisica con quella della realtà virtuale e ti fa diventare anche proprietario di un pezzetto dell’opera.

 

Articolo ripubblicato da DAGOSPIA

Link all’articolo originale:

https://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/quelli-palco-realta-virtuale-concerto-futuro-294854.htm

 

Andrea Andrei per “Il Messaggero

i coma cose con il kit del concerto virtuale 2

I COMA COSE CON IL KIT DEL CONCERTO VIRTUALE 2

Una luce azzurra. Quattro musicisti su un palco. Il fumo. Una voce metallica, fuori campo: «Buonasera, stai per assistere a un’esperienza tridimensionale». Ci si volta indietro, c’è tanta gente, seduta, che guarda nella nostra direzione.

Alle loro spalle, la torre illuminata del Castello Sforzesco. Poi parte la musica, inizia un ritmo incalzante e sul palco, proprio a un passo da noi, si materializza Fausto Lama, che comincia a cantare Mille tempeste, seguito da Francesca California Mesiano.

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I COMA COSE 2

Siamo al concerto dei Coma Cose a Milano. Siamo lì, anche se in realtà siamo seduti sul divano di casa a Roma e quel concerto si è tenuto lo scorso 3 settembre. Si chiama phygital, ed è la nuova frontiera della musica dal vivo, che fonde l’esperienza fisica con quella virtuale, e che permette anche di diventare proprietari di un pezzetto di quell’esperienza.

TIRATURA LIMITATA

i coma cose con il kit del concerto virtuale 1

I COMA COSE CON IL KIT DEL CONCERTO VIRTUALE 1

Se ne può avere un assaggio con Coma Cose – Vr Live Experience, evento digitale disponibile dal 22 dicembre sulla piattaforma di streaming interattiva A-Live, che ripropone un intero show del duo rap in una tiratura limitata di mille pezzi.

Per avere un biglietto, si fa proprio come per i normali concerti: bisogna andare su Ticketone.it e acquistarlo al prezzo di 49,99 euro. Il ticket dà accesso a un codice, che si riceve per email e che va inserito su alivemusic.tv, dopo aver registrato il proprio account.

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I COMA COSE 1

Da quel momento in poi sarà possibile guardare il concerto, della durata di poco più di un’ora, da pc, tablet o smartphone. In quest’ultimo caso, si può anche utilizzare un visore per la realtà virtuale Oculus oppure un visore più artigianale ma efficace, come quello di cartone che viene fatto recapitare a casa nella cosiddetta Special Box.

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I COMA COSE CON IL KIT DEL CONCERTO VIRTUALE 3

Perché il phygital ha ovviamente anche una parte fisica: chi acquista il biglietto riceve una scatola che contiene, oltre al visore in cui inserire il cellulare, anche un poster e un braccialetto che riporta un Qr Code.

Ed è questa la vera particolarità, perché se si inquadra quel codice con la fotocamera dello smartphone si va diretti al link che ci mostra una frazione del video del concerto, circa 4 secondi.

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I COMA COSE CON IL KIT DEL CONCERTO VIRTUALE 8

Quello è il nostro Nft (Non-fungible token), la millesima parte dello show di cui ora siamo proprietari, e che possiamo riscattare andando sulla piattaforma di blockchain Eos (bisognerà creare un account, che ha un costo di 6,36 dollari).

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I COMA COSE CON IL KIT DEL CONCERTO VIRTUALE 5

Gli Nft, tramite cui vengono vendute opere d’arte virtuali, sono state una delle rivelazioni tecnologiche dell’anno appena trascorso: il mercato è letteralmente esploso, generando transazioni per 26,9 miliardi di dollari in criptovaluta. Un mercato considerato da molti analisti instabile, ma che per il momento è in forte crescita.

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I COMA COSE CON IL KIT DEL CONCERTO VIRTUALE 7

IL MERCATO

Quello compiuto su A-Live dai Coma Cose con la loro casa discografica Asian Fake è un passo avanti in una direzione che era stata già tracciata durante il primo lockdown, quando è diventata urgente la necessità di rivitalizzare il settore della musica dal vivo.

E il phygital introduce anche un elemento di collezionismo, che potrebbe dare una mano pure al settore discografico, in crisi ormai da anni.

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I COMA COSE CON IL KIT DEL CONCERTO VIRTUALE 4

Per il 45enne musicista e conduttore Alex Braga, fondatore e ceo di A-Live, si tratta di «una rivoluzione che ci permetterà di esplorare il futuro della musica grazie al digitale. Ma non per questo rinunceremo mai allo show dal vivo, con le persone in carne e ossa. Qui non parliamo di metaverso, di concerti fatti con i pupazzetti. Qui vogliamo superare, grazie alla tecnologia, il concetto di spettacolo live, che non si è mai evoluto dagli anni 60 a oggi».

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I COMA COSE CON IL KIT DEL CONCERTO VIRTUALE 6

LA PROVA

La realtà virtuale e la realtà aumentata in tal senso offrono delle ottime opportunità per sperimentare, anche se la tecnologia in sé non è ancora arrivata a un livello soddisfacente: guardare un concerto di oltre un’ora con uno scomodo visore non è un’esperienza rilassante.

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COMA COSE 2

Tant’è che per la nostra prova del kit di Coma Cose alla fine abbiamo utilizzato un pc con schermo da 25 pollici e delle cuffie: la telecamera si può orientare con il mouse e quindi l’esperienza è meno immersiva, ma la qualità complessiva della visione è decisamente migliore.

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COMA COSE 5

«Il vero salto in avanti si otterrà con i video volumetrici», spiega Braga, «grazie ai quali sarà possibile, per chi riproduce il video, muoversi sul palco». Per ora invece bisogna accontentarsi di seguire il concerto da una telecamera fissa, ma che riprende tutto ciò che avviene intorno, a 360 gradi (un po’ come le foto di Google Street View).

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COMA COSE

Ma cosa ne pensano gli artisti? «Sono eccitatissimi», risponde Braga, «anche se molti non conoscono queste tecnologie. Ma ancora per poco».